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venerdì 28 giugno 2013

COMUNICATO STAMPA DELLE ASSOCIAZIONI PRESENTI NELLA PIAZZA TEMATICA DELLA SOLIDARIETA' - FESTAMBIENTE VI 2013

Noi Volontari delle Associazioni presenti nella piazza tematica "Solidarietà Sociale e Internazionale" nell'ambito di Festambiente Vicenza 2013, vogliamo richiamare l'attenzione di tutti i cittadini, nativi e non nativi, su due questioni che in questa fase di dura crisi economica sono per noi motivo di forte preoccupazione.

Nonostante che all'inizio del 2013 e per la quarta volta la Corte Europea per i Diritti Umani abbia condannato l'Italia per trattamento inumano dei detenuti, rilevando come il problema del sovraffollamento carcerario nel nostro paese sia di natura strutturale e anomalo rispetto ai principali paesi europei, poco è stato fatto. Oltre all'approvazione del decreto "contro il sovraffollamento carcerario", che lo stesso ministro Cancellieri ha giudicato "non sufficiente" e i cui benefici quindi non potranno che essere temporanei, ancora non si prefigura un piano di sistema su cui possano fondarsi interventi di cambiamento e inclusione sociale a favore delle persone recluse. Qualsiasi provvedimento legislativo intenda adottare l’attuale Governo, nella fase che vada oltre l'emergenza, non può prescindere dal confronto con le più rilevanti realtà associative che da anni si occupano delle tematiche della riforma della giustizia come delle problematiche della condizione detentiva. Così come riteniamo indispensabile procedere quanto prima ad una reale e strutturale riforma generale della Giustizia che contempli l'amnistia e l’avvio di un serio percorso che, accanto all’emissione delle sentenze in tempi che non comportino il lungo protrarsi della carcerazione preventiva, preveda l’adeguamento delle condizioni di vita dei reclusi al rispetto dei diritti umani. 
La situazione attuale risente inoltre della riduzione della spesa anche per l'amministrazione carceraria, che ha reso più difficili perfino
le condizioni di lavoro degli agenti di custodia, la continuità dei progetti rieducativi, la possibilità di attivarne di nuovi.
Questa situazione intacca la base di qualunque possibile passaggio dalla reclusione all'inclusione sociale dei detenuti: il sentimento di speranza per un cambiamento di vita possibile. Alimentare la speranza con fatti concreti e progettati dunque, per invertire la spirale della disperazione, per interrompere la scia dei suicidi e dei continui atti di autolesionismo.

Offrire una speranza di inclusione sociale, ancorata al sentimento di appartenenza a una comunità accogliente, è per noi il senso della necessità di una profonda modifica della legislazione sulla cittadinanza italiana. Senza entrare nel merito di aspetti tecnico-giuridici, considerare italiani sia nella forma che nella sostanza i figli delle famiglie migranti nati o giunti precocemente in Italia è necessario.
Sono una parte rilevante del nostro futuro, una risorsa che non va frustrata ma valorizzata, evitando qualsiasi forma di discriminazione fondata sul colore del passaporto.


Siamo convinti che in questa difficile fase sia necessario mantenere connessi gli interventi sugli aspetti economici con gli interventi sugli aspetti della coesione sociale. Le difficoltà che tutti viviamo non devono essere occasione di ulteriori conflitti ma di definizione di nuove modalità di relazioni sociali fondate sulla condivisione di cittadinanza.

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