Noi Volontari delle Associazioni presenti nella piazza
tematica "Solidarietà Sociale e Internazionale" nell'ambito di
Festambiente Vicenza 2013, vogliamo richiamare l'attenzione di tutti i
cittadini, nativi e non nativi, su due questioni che in questa fase di dura
crisi economica sono per noi motivo di forte preoccupazione.
Nonostante
che all'inizio del 2013 e per la quarta volta la Corte Europea per i Diritti
Umani abbia condannato l'Italia per trattamento inumano dei detenuti, rilevando
come il problema del sovraffollamento carcerario nel nostro paese sia di
natura strutturale e anomalo rispetto ai principali paesi
europei, poco è stato fatto. Oltre all'approvazione del decreto "contro il
sovraffollamento carcerario", che lo stesso ministro Cancellieri ha
giudicato "non
sufficiente" e i cui benefici quindi non potranno che essere temporanei,
ancora non si prefigura un piano di sistema su cui possano fondarsi interventi
di cambiamento e inclusione sociale a favore delle persone recluse. Qualsiasi
provvedimento legislativo intenda adottare l’attuale Governo, nella fase che
vada oltre l'emergenza, non può prescindere dal confronto con le più rilevanti
realtà associative che da anni si occupano delle tematiche della riforma della
giustizia come delle problematiche della condizione detentiva. Così come
riteniamo indispensabile procedere quanto prima ad una reale e strutturale riforma generale della Giustizia che contempli l'amnistia e l’avvio di un serio percorso che, accanto
all’emissione delle sentenze in tempi che non comportino il lungo protrarsi
della carcerazione preventiva, preveda l’adeguamento delle condizioni di vita
dei reclusi al rispetto dei diritti umani.
La situazione attuale risente inoltre
della riduzione della spesa anche per l'amministrazione carceraria, che ha reso
più difficili perfino
le condizioni di lavoro degli agenti di
custodia, la continuità dei progetti rieducativi, la possibilità di attivarne
di nuovi.
Questa situazione intacca la base di
qualunque possibile passaggio dalla reclusione all'inclusione sociale dei
detenuti: il sentimento di speranza
per un cambiamento di vita possibile. Alimentare
la speranza con fatti concreti e progettati dunque, per invertire la
spirale della disperazione, per interrompere la scia dei suicidi e dei continui
atti di autolesionismo.
Offrire una speranza di
inclusione sociale, ancorata al sentimento di appartenenza a una comunità
accogliente, è per noi il senso della necessità di una profonda modifica della
legislazione sulla cittadinanza italiana. Senza entrare nel merito di aspetti tecnico-giuridici,
considerare italiani sia nella forma
che nella sostanza i figli delle famiglie migranti nati o giunti precocemente
in Italia è necessario.
Sono una parte rilevante
del nostro futuro, una risorsa che non va frustrata ma valorizzata, evitando
qualsiasi forma di discriminazione fondata sul colore del passaporto.
Siamo convinti che in questa difficile fase sia
necessario mantenere connessi gli interventi sugli aspetti economici con gli interventi
sugli aspetti della coesione sociale. Le difficoltà che tutti viviamo non devono
essere occasione di ulteriori conflitti ma di definizione di nuove modalità di
relazioni sociali fondate sulla condivisione di cittadinanza.
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